Villa Godi Malinverni
In bella posizione panoramica su un crinale con ampia vista sulle montagne e sulla pianura segnata dal corso del fiume Astico, si trova la Villa Godi Malinverni.
Il riordino della proprietà inizia almeno nel 1533, data riportata su una barchessa, per volere di Enrico Antonio Godi. Quando il figlio Girolamo nel 1536 eredita la proprietà, affida i restauri alla bottega vicentina dei Pedemuro, dove lavora Andrea Palladio. Risalgono quindi a quegli anni i primi progetti di Andrea Palladio per la villa, completata nel 1542. Palladio pubblica il progetto nei "Quattro Libri dell'Architettura" del 1570, pur con delle diversità rispetto a quanto realizzato. La vera da pozzo sul retro risale al 1555, mentre l'ala di destra con portico a cinque archi è del 1570 circa. Il giardino davanti alla villa è in parte pensile e termina con un emiciclo. Così anche quello posteriore. Il vasto parco retrostante è stato realizzato a metà '800 da Antonio Caregaro Negrin.
La facciata principale della villa è formata da due blocchi compatti leggermente aggettanti rispetto all'episodio centrale forato da una loggia a tre fornici, cui si accede da una scalinata. Quattro assi di finestre segnano le superfici dei due blocchi laterali. L'arma araldica dei Godi e la sottostante lapide commemorativa sono gli unici elementi decorativi al centro della facciata. La facciata posteriore presenta il corpo centrale sporgente, segnato dall'apertura di una grande finestra a serliana.
L'interno della villa è decorato da affreschi. A Gualtiero Padovano e alla sua bottega si devono tra il 1552 e il 1553 gli affreschi della loggia e quelli delle quattro sale dell'ala destra dette "del Putto", "dei Cesari", "dei Trionfi", "dei Sacrifici". Succesivamente interviene Giambattista Zelotti che affresca il salone centrale, con scene allegoriche, e tre sale dell'ala sinistra, dette "delle Arti", "di Venere", "dell'Olimpo". La quarta sala, detta "delle Muse e dei Poeti", spetta a Battista dal Moro, la cui presenza è documentata nella villa nel 1561. La mano di Zelotti torna nella cosiddetta "Sala delle Stagioni" al pianterreno.
In una dipendenza della villa è conservata la raccolta di fossili realizzata a metà del 1800 dal conte Andrea Piovene, allora proprietario della villa.
Nel 1955 la villa è stata acquistata dal professor Remo Malinverni che dagli anni '60 ha curato numerosi lavori di restauro.
Durante la prima guerra mondiale lord Caravan insediò nella villa il comando dello stato maggiore britannico, di cui faceva parte, con il grado di capitano, anche il principe di Galles, futuro re Giorgio VI.
Nel 1954 il regista Luchino Visconti ha ambientato nella villa alcune scene del film "Senso".
E' patrimonio UNESCO.