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Villa Cordellina Lombardi

La villa sorge su un terreno collinare in prossimità del centro urbano di Montecchio Maggiore.

Il sito era occupato da una casa dominicale che, insieme ai territori circostanti, apparteneva a Ludovico Cordellina e a Carlo Molin. La costruzione di una fastosa dimora fu voluta negli anni '30 del '700 dal celebre avvocato veneziano Carlo Cordellina, figlio di Ludovico e nipote di Molin, dai quali aveva ricevuto in eredità i possedimenti di Montecchio. L'idea di edificare una nuova residenza, destinata principalmente alla villeggiatura, era accompagnata dall'intenzione di realizzare anche una vasta azienda agricola; il sistema di produzione del podere si sarebbe basato sul metodo della rotazione delle colture, studiato dallo stesso committente.

Il progetto redatto dall'architetto Giorgio Massari, anch'egli veneziano, fu avviato, forse con il contributo di Francesco Muttoni, nel 1735; cinque anni più tardi l'edificio centrale era già abitabile, mentre i due cortili laterali con la scuderia e la foresteria vennero completati in un periodo successivo. L'ultima fase dei lavori riguardò la corte posteriore, dove si procedette alla demolizione della vecchia abitazione padronale. L'intero complesso risultava certamente ultimato nel 1760, quando divenne un vero e proprio punto d'incontro per personaggi illustri, letterati e scienziati, tra cui Francesco Algarotti. L'importanza assegnata al nuovo corpo dominicale, isolato nello spazio tra le barchesse, traspare non solo dalla monumentalità del prospetto principale, dominato dal motivo palladiano del fronte con colonne e timpano del tempio antico, ma anche dalla ricchezza dell'apparato decorativo che riveste le superfici interne.

Gli affreschi del salone centrale al piano terreno vennero realizzati nel 1743 da Giambattista Tiepolo, al quale forse lo stesso Algarotti suggerì i temi della rappresentazione, con l'esaltazione delle virtù civili del committente; l'artista fu forse implicato anche nella realizzazione della statuaria ornamentale dei giardini.

La villa, adibita a stabilimento bacologico per oltre sessant'anni, venne restaurata a opera di Vittorio Lombardi, che ne divenne proprietario nel 1955.
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