Le Ville Venete

Nel primo Cinquecento si assiste al manifestarsi di una nuova architettura veneta nella tipologia della Villa, grande edificio padronale costruito nelle campagne della Serenissima.

Per spiegare la nascita di questo fenomeno bisogna risalire a dei dati storici : durante tutto il Medioevo le campagne erano insicure e le città erano barricate ento forti mura, perciò l'idea di costruire delle residenze in luoghi aperti non poteva venire contemplata.

Con l'avvento dell'Umanesimo e del Rinascimento, la politica come l'economia cambiano e con esse il modus vivendi, ai feudi si sostituiscono i comuni e poi le signorie, le mura perdono progressivamente la loro funzione difensiva, la pratica del commercio si espande e le campagne divengono sicure.

Per i veneziani, da sempre abili commercianti, si apre la possibilità di intensificare lo sfruttamento dei possedimenti in terraferma, ma con essa nasce il problema di come controllare da vicino la produzione.

Fu allora che cominciarono a comparire delle abitazioni, le Ville Venete, che interpretano funzionalmente ed esteticamente le nuove esigenze : in un solo complesso si riunisce la dimora padronale e gli edifici destinati ai servizi, secondo la tradizione classica delle fattorie contadine descritte da Catone, Varrone e Virgilio.

La trasformazione agraria porta a bonificare ampie zone e a sviluppare una mentalità di tipo urbanistico. Fu con questo particolare legame tra economia e progettazione degli spazi aperti che viene sancito il legame indissolubile tra villa veneta e paesaggio.

Tra i più conosciuti ed importanti architetti di ville, ricordiamo : Giovan Maria Falconetto
(1468 - 1534), Jacopo Sansovino (1486 - 1570), Andrea Palladio (1508 - 1580).

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